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by Emanuela Crosetti
La fonte scoperta in area Borma potrebbe rivelarsi una risorsa cruciale per il futuro della città di Acqui Terme
In attesa di conoscere il futuro delle concessioni delle Terme di Acqui, in scadenza nel 2026, una nuova fonte appare all’orizzonte. Ma partiamo dall’inizio. Nel 2011, la Immobiliare Costruzioni Piemonte S.r.l., società del Gruppo Orione, effettuando alcuni rilievi del sottosuolo in previsione di opere di costruzione nell’area della ex Borma, si imbatte del tutto fortuitamente in una scoperta straordinaria. All’atto di effettuare un foro, ecco spuntare, a 150 metri di profondità, una sorgente geotermica dalle peculiarità incredibili. Possiede un getto fortissimo, quasi come un geyser. Ed è in grado di erogare una enorme quantità di acqua, ad una temperatura di oltre 64°. Si parla di oltre 10 litri al secondo, circa 800 litri al minuto, pressochè il doppio della Bollente. Una sorgente ipertermale, insomma, in pieno centro.
A marzo dello stesso anno, Terme di Acqui spa, oltre a manifestare la titolarità della concessione mineraria nell’area in cui ricadeva la perforazione, esprimeva preoccupazione per la possibilità che la liberazione della nuova sorgente potesse alterare i flussi termali, interferendo con gli acquiferi già sfruttati. Per questo, si chiedeva l’esecuzione di tutte le operazioni necessarie per la messa in sicurezza e la sospensione di ulteriori perforazioni. Incluso anche “un ulteriore monitoraggio delle emergenze esistenti del compendio termale”.
Detto, fatto. Alle richieste, la I.C.P. rispondeva assicurando tutto quanto domandato, effettuando quindi una verifica del comportamento del Lago delle Sorgenti fino al completamento delle operazioni necessarie per la messa in sicurezza e la chiusura della sorgente appena rivelata.
Da qui in poi, però, sulla nuova fonte si spensero i riflettori. Fino a pochi mesi fa, quando la Società I.C.P. ha inviato alla Provincia una domanda formale per il permesso dello sfruttamento delle acque della fonte individuata alla ex Borma. In particolare, la I.C.P. avrebbe richiesto il nulla osta alla presentazione di un permesso di ricerca per acque termali e minerali afferente all’area di proprietà.
Il prelievo di acqua avvenuto dalla fonte prima della sua chiusura forzata non aveva portato ad abbassamenti nè nella portata del flusso della Bollente, nè al livello del Lago delle Sorgent. Due particolari che fanno ben sperare. Si aprono, perciò, nuove prospettive per la città con l’eventuale sfruttamento di questa fonte: la sua portata e la temperatura sono infatti decisamente importanti. E anche l’analisi delle proprietà organolettiche delle acque non deluderà.