Città tutta da amare

Scrigno di ottocentesca freschezza

Regione: Trentino Alto Adige
Provincia: Trento

Levico Terme, nella meravigliosa Valsugana, è una perla avvolta dal verde delle Alpi che colpisce per il suo carattere ancora immutato. Una città di stampo ottocentesco in grado di rievocare le atmosfere delle Belle Epoque, quando nobili da tutta Europa venivano proprio qui a ritemprarsi dalle “fatiche” di corte. L’insieme di antico e moderno fanno di Levico un luogo ricco di attrattive tra loro meravigliosamente variegate.

  • Cenni storici

Levico Terme, dalle remote e comprovate origini romane, ha subito prima l’influenza longobarda e, successivamente, quella del Principato Vescovile di Trento.

Nel XVII secolo, i suoi abitanti furono tra i primi fautori della cosiddetta “guerra rustica”, una rivolta dei contadini della Valsugana che marciarono su Trento contro il Capitano Vescovile Graziadeo Galasso. Rivolta, ahinoi, soffocata nel sangue.

Nel corso del Settecento, invece, la svolta. Tramite alcune pubblicazioni scientifiche, si diffusero le proprietà terapeutiche delle acque delle sue sorgenti. Ma fu solo nel 1860, che verrà costituita una Società balneare per le cure con relativi stabilimenti termali. Per questo motivo, dopo la cessione nel 1778 di tutto il territorio – Levico compresa – alla Casa d’Austria, l’Imperatrice Maria Teresa decise di stabilirsi nella città termale. Nel 1796, invece, giunse qui niente meno che Napoleone in persona. Ma vi trovò una leggera resistenza, definita, forse con lieve ironia, loco ameno et hospitale.

Settant’anni dopo, il Generale Medici, durante la terza Guerra di Indipendenza, si scontrò con le truppe austriache presso il vecchio cimitero. E nel 1894, Levico venne elevata al rango di città dall’Imperatore Francesco Giuseppe I.

Durante la Prima Guerra Mondiale, la città, che si trovava proprio sulla linea del fronte, venne in fretta evacuata, sia per motivi di sicurezza che per ridurre sospettate collusioni irredentiste con il nemico. La popolazione venne dislocata in zone più interne dell’Impero austro-ungarico. Alcuni, invece, finirono in Moravia, nelle città di legno, mentre un gruppo di cosiddetti “politicamente inaffidabili” furono internati nel campo di Katzenau.

Al termine del conflitto, ebbe inizio la ricostruzione, prelevando materiali, dai forti austriaci ormai in disuso.

Fortunatamente, la Seconda Guerra Mondiale toccò Levico solo in maniera relativa. Fino all’8 settembre 1943 quando, insieme al resto del Trentino, entrò a far parte del cosiddetto Alpenvorland, annesso al Reich nazista. Curiosità: la città venne scelta per ospitare il Comando generale della marina da guerra del Reich, nonostante essa disti più di 150 km dal mare. E subì vari bombardamenti, di cui il più pesante avvenne il 15 marzo 1945 con la distruzione dello stabilimento termale e dell’albergo Regina, all’epoca uno dei più lussuosi e rinomati del Trentino e al cui posto venne costruito, negli anni sessanta, il nuovo palazzo delle Terme.

  • Tipologia di acque

Le acque minerali impiegate nelle terme giungono da due sorgenti situate a Vetriolo e sgorganti a oltre 1500 metri di altitudine. Esse sono chiamate: Acqua Forte e Acqua Debole. Sono entrambe ferruginose, ma attualmente solo la prima viene utilizzata a scopo terapeutico.

L’Acqua Forte è unica in Italia e rara in Europa, fredda alla scaturigine e altamente mineralizzata. La sua caratteristica più evidente è la colorazione rossastra, data dall’alta concentrazione di ferro che, a contatto con l’aria, si ossida. Nell’Acqua Forte, sono presenti numerosi metalli tra cui rame, manganese, magnesio e calcio. Un altro elemento che compone l’acqua termale Acqua Forte è l’arsenico, presente però in concentrazioni non nocive ma terapeuticamente efficaci.

L’insieme di questi componenti fa sì che l’Acqua Forte venga considerata solfato-arsenicale ferrugginosa.

  • Patologie curate

I preziosi elementi chimici contenuti nell’Acqua Forte determinano importanti azioni biologiche sull’organismo: antibatterica, immunostimolante locale, trofica sulla cute e sulle mucose, detergente e antinfiammatoria.

Nello specifico, vengono curate tutte quelle problematiche di salute concernenti l’apparato respiratorio, come sindromi rinosinusitiche bronchiali croniche, malattie otolaringoiatre, rinopatre vasomotorie, faringiti e laringiti; osteoarticolare, come reumatismi e artosi; ginecologico, come leucorrea e vaginiti; dermatologico, come psoriasi, eczemi e dermatiti.

  • Trattamenti disponibili

Numerose sono le cure termali proposte negli stabilimenti di Levico e Vetriolo. Tra queste, balneoterapia, bagni dermatologici, idromassaggi, fangoterapia, irrigazioni vaginali e cure inalatorie.

Da luglio 2016, le Terme di Levico hanno deciso di fare un ulteriore salto di qualità, aprendo il loro primo Thermal and Beauty Space, un’accogliente beauty farm in cui poter coccolare gli ospiti. Tra queste “coccole”, è possibile provare il trattamento agli alfaidrossiacidi che, grazie a uno speciale peelig e una maschera all’acido malico e glicolico, esercita sulla pelle un effetto schiarente e levigante. Ma anche il thermal scrub detossinante, il trattamento vascolare gambe o l’innovativo massaggio con tamponi alle erbe officinali dottor Vitalis.

  • Da visitare

Fiore all’occhiello di Levico Terme è il Parco Asburgico delle Terme, il più grande giardino storico della provincia e con oltre 550 piante. Inaugurato nel 1905, è sede di manifestazioni quali Ortinparco, sul tema dell’orticoltura e dei giardini (l’ultima settimana di aprile), e il mercatino di Natale di Levico, aperto da fine novembre all’Epifania.

Il Lago di Levico, invece, tra i più caldi del sud Europa e Bandiera Blu, è particolarmente adatto per chi ama la pesca, le barche a remi o elettriche, le uscite in canoa e i kajak o per tranquille nuotate. Tutt’attorno, nel verde dei boschi, è possibile fare numerose passeggiate rigeneranti, tra cui la suggestiva Via dei Pescatori, adatta anche alle famiglie con bambini.

Per chi ama il trekking e le escursioni anche in quota, vi è la scenografica salita che raggiunge la Panarotta e il Monte Fravort – fino alla catena del Lagorai – e, dall’altro versante, l’altopiano di Vezzena.

La ciclabile della Valsugana, infine, con i suoi ben 80 km di pista e i numerosi tracciati per la MTB, è un’esperienza davvero imperdibile.

Il centro storico di Levico Terme è un dedalo di viuzze caratteristiche dove può rivelarsi particolarmente piacevole gironzolare e perdersi, magari andando alla scoperta delle vecchie botteghe artigiane, o entrando nella suggestiva Parrocchiale.

Tra le architetture militari, invece, si annoverano i ruderi di Castel Selva e le varie fortificazioni austro-ungariche, costruite a difesa del confine meridionale dell’Impero. Tra queste, il Forte Col de le Bene, costruito tra il 1884 e il 1890 sul colle di San Biagio, a 660 metri di quota, e l’opera gemella del Forte Tenna, entrambi disarmati nella primavera del 1915 per essere utilizzati come depositi per la batteria di artiglieria sul monte Busa Grande.

Interessante, infine, il vecchio cimitero di guerra della Prima Guerra Mondiale, dove vi sono sepolti oltre mille caduti (665 austriaci, 103 polacchi, 89 ungheresi, 55 serbi-sloveni-croati, 23 cecoslovacchi, 10 rumeni, 10 italiani, 6 tedeschi, 17 ignoti).

  • Info e contatti

Ufficio turistico:

viale Vittorio Emanuele III, 3
+39 0461 72 77 00
info@visitvalsugana.it
Lun-Ven 9-12.30 e 15-18 / Sab 9-12.30

Sito del Comune:
https://www.comune.levicoterme.tn.it

Sito elle Terme:
https://www.termedilevico.it