Regione: Sicilia
Provincia: Palermo
Diodoro Siculo la vuole fondata dai cartaginesi, Cicerone la lega ai pochi superstiti di Imera distrutta. La città di Termini Imerese stupisce per i secolari tesori che racchiude, per la natura incontaminata che la circonda e per il suo celebre Carnevale, tra i più antichi d’Italia.
Termini Imerese sorge su un sito fortificato naturalmente è abitato fin dai tempi più remoti. Dopo la distruzione di Imera da parte dei Cartaginesi, nel 409 a.C., l’insediamento venne ricostruito proprio nel luogo dove oggi sorge la cittadina. Il nome che allora assunse, Thermai Himeraìai, è dovuto all’esistenza di sorgenti di acque calde, ancor oggi utilizzate e ricordate da Pindaro. Secondo il mito, esse sarebbero sgorgate ad opera delle Ninfe, che volevano compiacere Atena. In esse, si sarebbe bagnato per la prima volta Ercole, dopo la lotta contro Erice.
Nel 361 a.C., quando la città era sotto il dominio cartaginese, vi nacque Agatocle, il futuro tiranno di Siracusa, che farà di Termini una delle sue basi nella lotta contro i cartaginesi. Venne poi conquistata dai romani nel 253 a.C..
La continuità di vita attraverso il Medioevo ha probabilmente permesso la conservazione delle linee fondamentali dell’impianto primitivo. Il Foro corrispondeva probabilmente alla zona dell’attuale piazzale del Duomo (a nord della piazza Vittorio Emanuele), il cardo a via del Belvedere e il decumanus alle vie che conducono dal Duomo a San Giovanni.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, iniziò un periodo di decadenza della cittadina. Termini fu sede vescovile sino al XII secolo. Nel XIII secolo, divenne città regia e, al termine delle Guerre del Vespro, assegnata a Vinciguerra d’Aragona. Sino al XIX secolo, fu uno dei maggiori centri di raccolta ed imbarco del grano e di altre derrate che venivano stoccate e sottoposte a dazio in appositi magazzini. La città divenne quindi uno dei maggiori porti siciliani ed ebbe intensi rapporti commerciali con le repubbliche marinare di Genova, Pisa e Venezia e con i maggiori porti mediterranei quali Marsiglia e Barcellona. Poi, alla fine del 1800, si svilupparono altre attività artigianali e protoindustriali.
Le terme di Termini Imerese sono alimentate da acque salso-bromo-iodiche di origine vulcanica che scaturiscono in superficie da due fonti e alla temperatura di circa 43 gradi.
Ideali per la cura di patologie cardiovascolari, dell’apparato locomotore e delle vie del ricambio, le sorgenti termali di Termini Imerese sono altresì efficaci anche in caso di affezioni ginecologiche, linfatiche, reumatiche e dermatologiche, nonché di obesità.
Trattamento di punta a Termini Imerese è l’antroterapia, ovvero il bagno di vapore in grotta essudatoria e riscaldata grazie ai caldi effluvi emanati dalle stesse acque termali. A tutto ciò va aggiunto un altro importante percorso curativo: la vasculopatia, trattamento fisiokinesiterapico coadiuvato dall’immersione in acqua termale. E tuttavia possibile dedicarsi anche a fangoterapia, balneoterapia, inalazioni e irrigazioni vaginali.
Termini Imerese è avvolto dal polmone verde delle Madonie, dalla valle del Torto e del Corleonese, contesto ambientale davvero originale e affascinante m, soprattutto per via del sito in cui si trova adagiata: una sorta di anfiteatro che degrada lentamente verso il mare.
Girando per la città, si possono ancora ammirare i resti dell’anfiteatro romano, i cui ruderi si trovano nel giardino dell’ex monastero delle Clarisse. Doveva avere 14 ordini di posti e poteva contenere circa 4.000 spettatori. Da non perdere anche i resti dell’acquedotto risalente al I secolo d.C., il più importante e meglio conservato dell’isola.
In piazza Duomo, invece, si trova il Palazzo Municipale, edificato nel 1610 e la cui sala del consiglio è stata affrescata dal pittore Vincenzo La Barbera.
Visitare il Museo Civico è obbligatorio, in quanto custodisce opere d’arte davvero molto preziose.
Di notevole interesse nell’ambito dell’archeologia industriale, infine, gli edifici ottocenteschi nei pressi del porto, sede dell’impresa di Pasquale Mormino, una delle principali realtà economiche della città all’epoca.
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