Alle porte della penisola sorrentina

Fra storia, mito e antichità

Regione: Campania
Provincia: Napoli

La città di Castellammare di Stabia, a pochi passi da Napoli, è la porta della penisola sorrentina. Adagiata in una suggestiva piana di origine vulcanica, ha il dono di un clima mite tutto l’anno e gode della vicinanza di siti archeologici di fama mondiale, come quello di Pompei.

  • Cenni storici

Le origini di Castellammare di Stabia sono incerte, anche se alcuni ritrovamenti documentano che la zona era già abitata a partire dall’VIII secolo a.C., in particolare modo presso la collina di Varano. Il nome di questo insediamento era Stabiae. Venne conquistata da Roma nel 340 a.C. e fu durante il periodo romano che la città ebbe il suo massimo splendore. Cintata da mura e divenne un piccolo borgo dedito soprattutto ai prodotti che offriva la terra, con numerose fattorie tutto intorno. Celebre di la costruzione di un tempio dedicato ad Ercole che, secondo la tradizione romana, era il fondatore della città.

Assediata da Lucio Cornelio Silla, venne completamente rasa al suolo e immediatamente ricostruita come luogo di villeggiatura per i ricchi patrizi romani, con terme, piscine, palestre e piccoli templi. Devastata da un terremoto nel 62 d.C. Stabiae risorse un’altra volta, per poi scomoarire, 17 anni dopo, sotto una coltre di cenere, lapilli e pomici a causa di un’inaspettata e violenta eruzione del Vesuvio. Tra le vittime illustri, ci fu Plinio il Vecchio che, giunto a Stabiae per osservare più da vicino l’eruzione, morì molto probabilmente avvelenato dai gas tossici sulla spiaggia.

Dopo la distruzione di Stabiae, alcuni abitanti del luogo scampati al disastro tornarono alle loro vecchie abitazioni, ormai distrutte, per recuperare oggetti e denaro e costituire un nuovo villaggio lungo la costa. Dedito alla pesca e all’agricoltura, entrò a far parte del Ducato di Sorrento e, nell’XI secolo, cambio nome in Castrum ad Mare, dal castello di difesa costruito a picco sul mare.

Durante il Medioevo, Castellammare di Stabia passa prima sotto gli Svevi e poi sotto il controllo degli Aragonesi. Il Palazzo Reale da loro costruito per i soggiorni nel periodo estivo divenne l’ambientazione di una novella del “Decameron” di Giovanni Boccaccio.

Nel 1541, l’imperatore Carlo V diede la città in feudo a Ottavio Farnese, il quale apportò notevoli modifiche alla struttura urbanistica e realizzò il suo palazzo, conosciuto come Palazzo Farnese, oggi sede del municipio. Nel 1542 la città venne saccheggiata dal corsaro ottomano Dragut, che rapì anche ottanta persone, in seguito riscattate. Durante la battaglia dei cristiani contro i musulmani, combattuta a Lepanto nel 1571, presero parte anche giovani stabiesi sotto il comando di Alessandro Farnese. L’egemonia dei Farnese durò circa due secoli.

Dopo l’occupazione di Arrigo di Lorena e in seguito di Carlo d’Asburgo, la città passò, nel 1731, sotto il controllo di Carlo di Borbone. Fu questo il periodo di grandi cambiamenti che portò Castellammare di Stabia ad essere una delle città più floride del Regno di Napoli e poi del Regno delle Due Sicilie: cantieri navali, industrie per la fabbricazione di corde, nonché una campagna archeologica che riportò alla luce i resti delle ville romane dell’antica città di Stabiae. L’influsso dei reali e le prime cure termali portano Castellammare di Stabia ed essere una tappa fondamentale del cosiddetto Grand Tour, tanto che la città viene ricordata anche da Gustave Flaubert nel suo “Madame Bovary”.

Con l’unità d’Italia, Castellammare di Stabia visse un periodo florido grazie allo sviluppo industriale, tra conservifici (come quello della Cirio), cartiere, pastifici, cantieri metallurgici e diverse industrie meccaniche e tessili.

Se la Grande Guerra non lascia tragiche tracce, lo stesso non si può dire per il secondo conflitto mondiale: i tedeschi, in seguito alla ritirata dal sud Italia, applicando la cosiddetta teoria della terra bruciata, distrussero i cantieri navali. La fine della guerra e l’inizio del miracolo italiano portò all’intensificazione del lavoro industriale e all’avvio di importanti novità sul piano turistico, come la costruzione del complesso delle Nuove Terme, all’epoca definite le più moderne d’Europa.

Celebre, all’inizio degli anni ‘90 la visita di papa Giovanni Paolo II il quale, dopo il pranzo in mensa insieme agli operai dei cantieri navali, tenne una solenne cerimonia sul lungomare.

  • Tipologia di acque

Delle 28 fonti di Castellammare di Stabia, ben 18 sono presenti all’interno delle Terme, suddividendosi in tre tipologie: acque solforose, bicarbonato caliche e medio minerali.

  • Patologie curate

L’Acqua Acidula possiede un’azione digestiva, antinfiammatoria, diuretica ed è indicata in tutte le forme legate a cattiva digestione, nelle gastriti iposecretive, nel diabete e nelle varie forme di renella.

L’Acqua Muraglione è purgativa, usata nella stitichezza ostinata, nella ossaluria, nella uricemia, nel diabete mellito e nella gotta.

L’Acqua Ferrata è ideale in caso di anemie primarie e secondarie, di malattie debilitanti e nei processi da cattiva digestione, nonché nei disturbi della sfera genitale femminile, inclusi linfatismo e rachitismo.

L’Acqua Pozzillo ha azione diuretica, lassativa, disintossicante, antidispeptica.

L’’Acqua San Vincenzo è lassativa, diuretica, antinfiammatoria.

L’Acqua della Madonna ha il pregio di dissolvere i calcoli renali. L’Acqua Sulfurea

è indicata nella stitichezza cronica, nelle malattie allergiche, in molte malattie della pelle.

L’Acqua Magnesiaca è perfetta per coliti spastiche, gastriti e gastroduodeniti.

L’Acqua Solfurea Ferrata possiede un’azione purgativa, ricostituente ed attivante il ricambio.

L’Acqua Media svolge un’azione disintossicante di lavaggio dell’organismo e antinfiammatoria sui dotti biliari provocando secrezione biliare e correggendo quindi la stitichezza.

L’Acqua Solfurea Carbonica trova soprattutto impiego nella ipercolesterolomia e nel diabete.

L’Acqua Stabia, infine, è da usarsi in caso di stitichezza, obesità e nella piccola insufficienza epatica.

  • Trattamenti disponibili

Divise in due distinte strutture, la più antica delle quali ha recentemente riaperto i battenti al pubblico, le terme di Castellammare di Stabia di configurano quindi come un centro polifunzionale rivolto alla cura di corpo e spirito, all’interno del quale ai numerosi siti rivolti alle terapie idropiniche, ginecologiche, inalatorie, artroreumatiche e balneo-fangoterapiche si accompagna l’edificazione di un moderno centro estetico rivolto alla salute della pelle.

  • Da visitare

A Castellammare di Stabia, perla del Golfo di Napoli, non mancano suggestioni degne di una lunga visita. Facendo una passeggiata sul lungomare di Castellammare di Stabia, spicca il complesso architettonico più famoso della città: la Cassa armonica. Conosciuta anche come “il chiosco della musica”, fa parte di uno stile di architettura europeo sviluppatosi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, nelle località turistiche. L’opera è stata realizzata da Eugenio Cosenza Recentemente ristrutturata, è considerata tra le più belle al mondo.

Poco distante, si trova il Viale degli Artisti, luogo dedicato ai più grandi artisti locali: Raffaele Viviani, Annibale Ruccello, Italo Celoro, Luigi Denza, Michele Esposito, Ciro Madonna, Francesco Filosa, Giuseppe Bonito e Vincenzo D’Angelo. Tutti grandi stabiesi che hanno reso Castellammare un polo culturale nel Mezzogiorno.

Il centro storico è uno dei luoghi più pittoreschi e caratteristici del posto. Simile ai quartieri spagnoli di Napoli, è un viaggio tra chiese antiche e monumenti, inclusi i murales realizzati durante l’evento street art da 12 artisti di fama internazionale.

Tappa obbligata sono gli scavi archeologici. Iiniziati nel 1950, hanno portato alla luce numerose villette, opere prestigiose, una necropoli ed anche due imponenti ville di otium che i romani usavano per la villeggiatura. I ritrovamenti più importanti sono custoditi nel Museo Libero D’Orsi e al Mann di Napoli.

Tra gli edifici più sontuosi, spiccano Villa San Marco, una delle più grandi tra le villae romane a carattere residenziale, con ben 11 mila metri quadri di grandezza; e Villa Arianna, così chiamata per la grande pittura a soggetto mitologico rinvenuta nella parete di fondo del triclinio.

Chiunque visiti Castellammare di Stabia noterà sicuramente che, sulla montagna del Faito, si erge un castello imponente: è il famoso Castello a Mare, dal quale prende il nome la città. Fu costruito dal Duca di Sorrento proprio come fortezza di frontiera del suo dominio e subì, nel corso di quattro secoli (dal XI al XV) varie trasformazioni. Nel periodo del suo maggior splendore, ospitò anche il Boccaccio, che ne rimase incantato.

Il primato della bellezza va, però, alla Reggia di Quisisana, costruita nel XIII secolo dai sovrani angioini e, a seguito degli interventi condotti dal re Ferdinando IV di Borbone nella seconda metà del XVIII secolo, divenuta palazzo per la caccia e per la villeggiatura. Giovanni Boccaccio la scelse inoltre come luogo principale della VI novella del X giorno del “Decameron”. La struttura è circondata da un enorme bosco ed ospita inoltre il Museo Archeologico Libero D’Orsi.

Gli amanti dell’escursionismo possono visitare il monte Faito dove, nel 1950, venne ultimata la costruzione del nuovo santuario di San Michele arcangelo, mentre nel 1952, il monte fu collegato a Castellammare di Stabia da una funivia, che copre l’intero percorso in otto minuti.

  • Info e contatti

Ufficio turistico:

c/o Comune
piazza Giovanni XXIII
+39 081 3900111
cultura@comunestabia.it
Lun, Mer e Ven 9.15-13 / Mar e Gio anche 15.15-17.15

Sito del Comune:
https://serviziweb.comunestabia.it/kweb/sito/castellammaredistabia